MARTHA J. & CHEBAT QUARTET featuring GIULIO CORINI and MAXX FURIAN
Da venerdì 16 febbraio 2024, disponibile il nuovo album “Amelia”, dedicato alla musica di Joni Mitchell.
NEWS
Sabato 27 luglio 2024 ore 21
Estate- In Cene (BG)
Martha J. & Chebat quartet featuring Giulio Corini and Maxx Furian - AMELIA live
Martedì 4 marzo 2025 ore 21
Biella Jazz Club
Palazzo Ferrero - C.so del Piazzo 25, Biella, Italy
Martha J. & Chebat quartet featuring Giulio Corini and Maxx Furian - AMELIA live
Sabato 14 dicembre 2024 ore 21
Teatro Centro Civico Pertini, via Bologna 38, Bresso (MI)
Christmas in Jazz
Martha J. - Francesco Chebat - Riccardo Fioravanti - Maxx Furian
Giovedì 28 novembre 2024 ore 21
Evento privato - Bergamo
Martha J. & Chebat
Sabato 26 ottobre 2024 ore 15-18
Piazza Verdi RAI RADIO 3
Giovedì 12 settembre 2024 ore 21
Dici8 10 via Marconi 63, Lovere (BG)
Martha J. & Chebat quartet featuring Giulio Corini and Maxx Furian
RASSEGNA STAMPA
… Ci riescono con grazia Martha J. e Francesco Chebat: la voce conserva le inflessioni dell’omaggiata, ma ci mette le proprie emozioni, il pianista (con basso e batteria) crea arrangiamenti fluidi e swinganti. Claudio Sessa - Corriere della Sera
(...) Un arrangiamento – opera di Francesco Chebat – mai sopra le righe, elegante e creativo, una voce solida a tratti straordinariamente simile a quella della cantautrice e un quartetto in stato di grazia, che ha saputo ricreare quell’atmosfera mitchelliana fatta di accordature aperte, di lunghe riflessioni tradotte in buon jazz, di una sezione ritmica che non fosse solamente “ritmo” ma che si espandesse di forma propria (...) - Beppe Ceccato Vai all’intervista.
“… Bello che qualcuno come Martha J., vocalist eccellente, e il suo gruppo scelgano di avventurarsi perlopiù sulle piste meno battute, meno frequentate e confortevoli del mondo di note della grande canadese, dove è facile perdersi. Qui, invece, misura, gusto ed eleganza garantiti.”
“… un’impresa di prim’ordine compiuta da Martha J. e dai suoi tre compagni d’avventura… Martha J. ha una voce flessuosa, agile, non esitante nel cercare “accordi-altri”… Le note del piano di Francesco Chebat sono fatate nell’intrecciare lungo tutto lo scorrere dei pezzi una rede di comunicazione con la vocalità di Martha J. … un disco fresco e moderno, che si ascolta come andare su un ottovolante senza rischiare pericoli. provando solo godimento.” Mimmo Mastrangelo - L’Avvenire
“… Un concept album, piuttosto che una raccolta di cover. (…) Il progetto è quello di rileggere questo prezioso songbook, tutt’altro che manieristico, con l’intenzione di innervare armonie e testi con le invenzioni estemporanee del jazz. Non l’abituale traduzione in swing di un repertorio, ma un’autentica rilettura che colloca queste canzoni in una nuova veste interpretativa…
(Renato Magni - L’Eco di Bergamo)
Leggi l’articolo. Fabrizio Basso -SkyTG24
Disco che brilla per la chiarezza delle idee, per l’interpretazione al canto, per gli arrangiamenti, per le eleganti esecuzioni e per la capacità di compattare diverse anime (folk, jazz, rock) su di una visione unitaria propria, non vacuamente provocatoria, ma, al contrario, in grado di offrire una prospettiva diversa di quella che resta un’eredità importante. Alla portata di tutti, anche dei fans integralisti della Mitchell. Vittorio Formenti - Mescalina - Vai all’articolo.
… presentano un tributo alla grande Joni Mitchell. Lo fanno ripercorrendo la carriera della Lady of the Canyon , riproponendo alcuni brani tra cui due tratti dal suo album più jazzato Mingus (1979): Sweet Sucker Dance (grande prova di Martha in questa ballad che profuma di fifties) e A Chair in the Sky, forse l’esecuzione più sentita del disco; due brani che entrano immediatamente nelle corde jazzistiche del quartet. Belle anche Amelia e Black Crow, due song intimistiche tratte da Hejira (1976), in cui la strumentazione scarna valorizza il canto di Martha, che non cerca l’imitazione vocale, ma si sistema comodamente e con classe nei brani eseguiti, personalizzandoli. Altro brani che si adatta perfettamente a Martha è The Hissing of Summer Lawns, forse per la sua genesi storicamente jazzata. Andrea Trevaini - Buscadero
(…) Martha J. , Francesco Chebat, Giulio Corini e Maxx Furian riprendono (con coraggiosi arrangiamenti) undici brani trasformandoli in una chiave spesso più fruibile e “cool” rispetto agli originali. Missione compiuta, con grazia, eleganza e raffinatezza, unita alla tecnica sopraffina della band. Gli estimatori della cantautrice canadese ne saranno più che soddisfatti. Antonio Bacciocchi - Vai all’articolo
(...) un quartetto palesemente affiatato, guidato da Martha J. alla voce e da Francesco Chebat al pianoforte e Fender Rhodes, completato dalla fantasiosa solidità strumentale espressa da Giulio Corini al contrabbasso e Maxx Furian alla batteria. Un impianto strumentale solido e al tempo stesso fluido, come emerge dalle differenti atmosfere tratteggiate con piglio comunicativo, spigliato e immediato negli undici brani raccolti in questo album. (...) Alessandro Rigolli
(...) “Amelia” è un progetto in cui traspare tutto l’amore della protagonista verso la leggenda canadese, sciorinato in undici tracce che profumano e cospargono l’atmosfera di purissimo Jazz, talvolta brillante e dirompente, altre volte più rarefatto. Il bilanciamento fra la cantante e la band è di una eleganza viscerale, perfetta. La voce di Martha J. non soltanto è tramite di musica ma conosce l’arte delle pause e dei silenzi non meno risonanti dove si inoltrano, con un segno ogni volta differente, i musicisti che la accompagnano. (...) Giuseppe Attardi - Leggi l’articolo
(...) (Amelia) un’opera densa e corposa, senza inutili lambiccamenti estetizzanti. Muovendosi nell’ambito di un jazz essenziale, spesso marezzato di rock e soul sorretto dalla bravura tecnica degli elementi e dai buoni criteri compositivi dell’arrangiamento, il gruppo ruota con una propria orbita personale attorno al pianeta mitchelliano, senza farsi attrarre più del lecito dal campo gravitazionale di quest’ultimo. (...)
Francesco Chebat (...) il suo pianismo è sorprendentemente fresco e fantasioso e mi ricorda, a tratti, l’improvvisazione cangiante di Bollani. (...)
Martha J. & Chebat Quartet possiede la grammatica perfetta che permette di riscrivere in forma nuova, rispettosa ma coraggiosa, alcune tra le più belle pagine di musica di queste ultime decadi. La relazione col passato prossimo che dimostra questa formazione e in particolar modo Martha J. è improntata alla preservazione dell’intensa capacità sognatrice della Mitchell, muovendosi sui gradini alle volte vertiginosamente stretti del suo modo di cantare, offrendone una rilettura brillante e lontana da eccessi crepuscolari. Riccardo Talamazzi - Leggi l’articolo.
(...) l’originalità di Martha J. emerge in tutta la sua adamantina nitidezza e in cui le atmosfere jazz talvolta s’infittiscono, (...) le undici tracce contenute in «Amelia» rinascono per partenogenesi, dopo essersi rigenerate in un nuovo liquido amniotico creativo. Operazione non facile o scontata ma del tutto evidente (…) Parte del merito va ai tre musicisti che l’accompagnano e che riescono a creare costantemente quel tipico mood jazzistico capace di dare nuova linfa vitale a qualsiasi composizione sonora e canora.(...) Francesco Cataldo Verrina - Leggi l’articolo
(...) Da un punto di vista vocale Martha J è composta e affabile, morbida nei medio-alti e naturalmente predisposta ad andamenti lirici che paiono il centro emotivo della performance, in assoluta sintonia con gli intrecci sonori dei musicisti scelti per questo album attraente, swingante al punto giusto, arioso in atmosfere che danno gioia a chi ascolta (…)
Da sottolineare la bravura della band, che il Jazz indubbiamente ce l’ha nel cuore e nella mente: i bei registri di Francesco Chebat per un Fender Rhodes fluttuante e fluido, nondimeno elegante al pianoforte, le armoniose linee del contrabbasso di Giulio Corini e della batteria di Maxx Furian.
Quello di Martha J e Chebat è un percorso maturo (…) senza cali di tensione e sempre coerente. Basterà, dunque, lasciarsi sorprendere dalla meticolosa preparazione del disco, calarsi negli andamenti ben definiti dalla sensibilità della vocalist, temperati, nitidi, caldi, espressivi, raffinati, direi assopiti in un Amore intenso per l’Arte di Joni Mitchell senza mai avvertire la necessità di plagiarne l’indole raccolta, semmai accarezzandone le magnifiche evoluzioni jazzistiche, aromi essenziali di un disco suggestivo, brillante e poetico. Fabrizio Ciccarelli - Leggi l’intervsta
(…) un jazz raffinato ed elegante, mai sopra le righe che s’innesta in un percorso pensato e già tracciato dall’artista. Ma un album come Amelia non è importante solo perché elegante o ripropone tematiche importanti, ma risulta fondamentale in un tempo storico in cui sembra essersi persa nelle nuove generazioni la memoria dei grandi della musica, che con le loro opere hanno regalato poesia. E se il music business fa il suo interesse meno bene fanno i media ad assecondare il mercato, ma questa un’altra storia… Adesso è il momento di abbandonarsi alla musica. ©Fortunato Mannino - Leggi l’articolo.
(...) un combo jazz che è pienamente riuscito nell’impresa di rileggere 11 tracce tra le meno note della Mitchell, quelle più legate alla fusion (…) Loro sono i Martha J. & Chebat Quartet (voce e piano) coadiuvati da Giulio Corini al contrabbasso e Maxx Furian alla batteria. Il disco, stupendo, si intitola Amelia e regala la loro sensibile visione della musica della cantautrice canadese e, partendo dal jazz, la marchiano con del classico swing blues ma anche con tanta contemporaneità. La voce di Martha è emozione pura e si immerge in questo progetto con grande sensibilità e raffinatezza così come il pianoforte acustico ed elettrico di Francesco Chebat che riesce a sintetizzare perfettamente lo stile classico con quello moderno. Inoltre la sezione ritmica col suo pulsare è abile a muoversi tra i vari mood. (...) Un suono nitido, limpido con arrangiamenti veramente di alto livello per un lavoro che mi sento di consigliare tanto ai fan di Joni Mitchell che ai jazzofili ma, soprattutto, agli appassionati della musica di qualità. Luca Redapolis - Vai all’articolo
(...) “Amelia” è un omaggio ben riuscito, allo stesso tempo atto d’amore per Joni Mitchell, ma anche espressione personale dei Chebat Quartet, composto da musicisti di altissimo livello, qui aiutati da arrangiamenti ben congegnati, originali e rispettosi. EM - Vai all’intervista.
Swing, groove e feeling del quartetto sono il leitmotiv dell’intero album. Il tutto impreziosito da suadenti venature funk-soul, da sonorità moderne che strizzano l’occhio al contemporary jazz e dallo spirito soulful e che caratterizza i quattro protagonisti del cd. (...) Martha conferma di essere quella cantante di classe, fine e versatile dal timbro vellutato e avvolgente, unitamente a una coinvol-gente levità interpretativa. Antonino Ianniello - Vai all’articolo.
(...) Si prova un vero piacere a restare di nuovo incantati dalle note di brani come “Free Man In Paris”, “Black Crow”, “Cold Blue Steel And Sweet Fire” e “Amelia” che vengono presentati con delle interessanti venature musicali che mescolano funky e soul al jazz moderno. (...)
L’operazione è stata coraggiosa, perché i rischi che comportava un tale confronto erano tanti, ma la riuscita è davvero fantastica e vi consigliamo caldamente l’ascolto di questo disco, felicemente ispirato e ben fatto. (...) Giancarlo De Chirico - Vai all’articolo.
(...) La voce di Martha è educata e precisa, con meno chiaroscuri di quella di Lady Canyon e senza raggiungerne la sensibilità nel registro acuto, ma con l’emotività e gli slanci della timidezza di una personalità sfaccettata, quella di una cantante jazz che capisce Joni Mitchell e sa cosa può fare nelle sue canzoni straordinarie e cosa non può, con tutto il garbo che le viene dal frequentare repertori complessi come quelli delle divine della musica afroamericana. Raffaello Carabini - Vai all’articolo.
(...) Amelia rappresenta un atto d’amore in chiave jazz dedicato a questa artista, in cui il senso dello swing, il groove e il feeling del quartetto sono il leitmotiv dell’intero album. Il tutto impreziosito da suadenti venature funk, soul, da sonorità moderne che strizzano l’occhio al contemporary jazz e dallo spirito soulful che caratterizza i quattro protagonisti del CD. Davide Riccio - Leggi l’intervista.
(...) Un impianto strumentale solido e al tempo stesso fluido, come emerge dalle differenti atmosfere tratteggiate con piglio comunicativo spigliato e immediato negli undici brani raccolti in questo album. Alessandro Rigolli - Vai all’articolo.
Disco concentrico e basilare, più di un tributo che destina l’ascoltatore all’interno di un universo dove Joni Mitchell rivive grazie ad un’interpretazione simultanea e densa… Amelia è un album per palati raffinati. Un segno indelebile per un approfondito studio di fondo fatto di tanta passione e potenzialità espressa. IndiePerCui - Vai all’articolo.
(…) La calda voce di Martha, il sapiente pianismo di Chebat (presente anche in veste di arrangiatore del repertorio) e la sezione ritmica, formata da Giulio Corini e Maxx Furian, assicurano un risultato finale vario e piacevole in grado di restituire le nuances del mondo mitchelliano. “A chair in the sky” e “Sweet sucker dance” sono i brani tratti dalla collaborazione con Charles Mingus mentre le restanti nove composizioni sono frutto esclusivo della penna della cantautrice di Fort Macleod e l'esclusione di classici quali “Both sides now” e “Dry cleaner from Des Moines”, patrimonio di decine di cantanti, testimoniano il lavoro di ricerca del gruppo… - Vai all’articolo.
(…) Il lavoro compiuto da Martha J. e Chebat Quartet non è una parafrasi o peggio una imitazione dei lavori della Mitchell. Si tratta di una rivisitazione intelligente, una rilettura che parte dall’idea di cogliere la capacità di connettersi emotivamente alle diverse scelte melodiche, recuperando il valore armonico dell’insieme, senza svalutare la capacità di improvvisazione ma preservandone l’originale spinta creativa…. Ugo Perugini - Vai all’articolo.
(…) Va dato atto a Martha e Francesco, e assieme a loro a tutto l’ensemble, di essere riusciti nel compito non facile di riassumere la poliedricità del personaggio Mitchell e della sua veste artistica. Di aver saputo selezionare per Amelia brani tra i più originali della sua vasta discografia. Di aver saputo evidenziare con chiarezza il dovuto “rispetto” per gli originali, che sono stati riletti e riadattati con sensibilità, sobrietà ed eleganza ed interpretati da Martha con grande gusto e raffinatezza… Accanto alla voce sottile e suadente di Martha, sostenuta dagli arrangiamenti e dal piano di Chebat, troviamo la partecipazione di Giulio Corini al contrabbasso e di Maxx Furian alla batteria, che si rivelano indispensabili nel saper replicare opportunamente gli scenari sonori per la riproposizione delle atmosfere giuste, mettendo ben in risalto la variegata vocalità della cantante.
Tenendo presente che, in alcuni brani, Chebat ha saputo confrontarsi ottimamente con Herbie Hancock e gli altri due rispettivamente con Jaco Pastorius e Peter Erskine, veri e propri mostri sacri del jazz, possiamo affermare che il progetto è perfettamente riuscito. Maurizio Spennato - Vai all’articolo.
(…) Amelia offre un’opportunità unica per scoprire nuove sfaccettature del repertorio di Joni Mitchell e apprezzare il talento di Martha J. e Francesco Chebat nel reinterpretarlo in chiave personale... Amelia è un lavoro affascinante che celebra il talento di Joni Mitchell attraverso l’interpretazione unica e appassionata di Martha J. Gli ottimi arrangiamente di Francesco Chebat danno al disco una connotazione musicale di un raffinato lavoro di contemporary jazz… Giulio Corini e Maxx Furian offorno un portentoso groove e un intenso swing. Raccomandato un attento ascolto. Mario Ferraioli - Vai all’articolo.
(…) L'omaggio che la cantante milanese Martha J. opera, in quest'album, "Amelia" … si contraddistingue per il difficile confronto con la statura della cantante canadese. Il risultato è ottimo… con un timbro vocale che non imita ma che custodisce una sorta di prossimità timbrica a quella della Mitchell, pur conservando una sua specifica originalità: è questo il lavoro più sorprendente della cantante milanese a cui va il nostro plauso… Nicola Barin - Vai all’articolo.
RADIO
MARTHA J. (voce) inizia la sua carriera nel 1986, esibendosi in vari locali di Milano e del Nord Italia con un repertorio di brani di cantautori e band inglesi e americani come Joni Mitchell e James Taylor, oltre a musica folk inglese e irlandese con influenze come The Pentangle.
Esplora il canto classico sotto la guida delle soprano Edith Martelli, Mary Lindsay e Eun Sun Park. e si immerge nel jazz con seminari guidati da Sara Serpa, Sheila Jordan, Kevin Mahogany, Rachel Gould, Patricia Williamson, Jeff Ramsey e Dennis Montgomery. Si forma anche come attrice presso lo Studio Laboratorio dell’Attore e studia danza con Miguel Angel Cragnolini. Nel 1988, fonda la band "Proxima", nella quale è voce principale e co-autrice. Con il gruppo, partecipa al Festival di Sanremo nel 1990, pubblica due CD sotto l'etichetta PDU/EMI e si esibisce in numerosi concerti in Italia e all'estero, particolarmente in Canada.
Dal 1999 in poi, si concentra principalmente sul jazz, adottando il soprannome "Martha J.", e abbracciando un repertorio di classici intramontabili e celebri interpreti della tradizione jazz, tra cui Ella Fitzgerald, Chet Baker e Billie Holiday.
Nel 2008, pubblica i suoi primi due album di standard jazz: "That's it!" in quartetto (con Francesco Chebat, Roberto Piccolo e Stefano Bertoli), e "No One But You" (voce e pianoforte con Francesco Chebat). Emergono le seguenti recensioni significative: "Martha J. è naturale in interpretazioni jazz classiche con un modo melodico fluido che ricorda Edith Piaf e incisioni di swing-jazz vivaci come quelle di Jane Monheit..." – Jazz times.com - "Pura bellezza, la cantante Martha J., nata in Italia, possiede il tono dolce di Petula Clark, i timbri sensuali di Lena Horne e le sfumature squisite che ricordano Ella Fitzgerald." - Susan Frances, jazzreview.com
Negli anni successivi, prosegue la collaborazione con Francesco Chebat e pubblica otto album, alcuni dei quali includono composizioni originali. Collabora dal vivo e in studio con una moltitudine di musicisti italiani e internazionali, tra cui Maxx Furian, Antonio Zambrini, Tino Tracanna, Toni Arco, Lele Melotti, Giulio Corini, Francesco Chebat, Stefano Bertoli, Roberto Piccolo, Giovanni Monteforte, Marco Bianchi, Guido Bombardieri, Marcello Noia, Francesco D’Auria, Vittorio Castelli, Carol Sudhalter, Larry Ray, Richard Lanham e molti altri talenti eccezionali. Ha partecipato a moltissimi eventi musicali, tra festival, club, teatri, eventi privati, televisione e radio. In ambito pop, ha partecipato a vari programmi sulle reti RAI e Mediaset, e sui maggiori network radiofonici e a numerosi concerti in Italia e Canada. In ambito jazz, questi sono gli eventi che più ama ricordare: Festival Mutamenti (Levico e Aulla), Mendrisiotto Jazz Club (Switzerland), Piacenza Jazz Fest, Estate In (Bergamo),, Le 2 Rive del Jazz (Boario Terme), Donne In-Canto (Milan), Open Jazz Festival (Ivrea), Il Ritmo delle Città (Magenta), Festival del Cinema, Spazio RSI, Locarno (Switzerland), Osijek Jazz Festival, Valtidone Festival, Brianza Open Jazz Festival…
FRANCESCO CHEBAT (pianoforte) nato a Trento nel 1978, ha studiato musica classica al Conservatorio di Milano (pianoforte e composizione). Durante gli studi ha iniziato ad ascoltare musica jazz e jazz-rock, facendosi ispirare da Chick Corea, Keith Jarrett, Jimmy Smith.… Ha studiato la musica jazz con insegnanti del Berklee College (Larry Monroe, Jeff Stout, Russel Hoffman) e anche con jazzisti italiani (Tino Tracanna, Giovanni Tommaso).
Ha iniziato presto a suonare nei jazz club di Milano e da allora ha avuto l’opportunità di esibirsi e collaborare in studio con diversi importanti musicisti, come Dave Weckl, Tino Tracanna, Attilio Zanchi, Gianluigi Trovesi, Maurizio Giammarco, Giovanni Falzone, Riccardo Fioravanti, Maxx Furian, Yuri Goloubev, Emilio Soana, Paolo Tomelleri, JW Orchestra (diretta da Marco Gotti), Luca Meneghello, Javier Girotto, Andrea Tofanelli, Sergio Orlandi, Tony Arco, Enrico Intra, Kyle Gregory, Paolo Pellegatti e molti altri.
In questi anni ha suonato in oltre mille eventi musicali, grandi e piccoli: festival jazz, club, teatri, emittenti televisive, eventi privati, tra cui i principali sono: Festival Mutamenti, Mendrisiotto Jazz Club (Svizzera), Monfrà Jazz Fest, Piacenza Jazz, Le 2 Rive della Jazz, Blue Note Milano, Osijek Jazz Festival, Iseo Jazz, Brianza Open jazz festival, Lario Festival, Valtidone festival, Match Music (Sky tv), Jazz Club Bergamo, Ivrea Jazz Club, Società del Quartetto (Bergamo), Locarno Film Festival, Auditorium della Camera del Lavoro di Milano, Piccolo Teatro…
Dal 2008 collabora con la cantante Martha J. come pianista e arrangiatore. Insieme hanno prodotto otto album, con differenti formazioni. Hanno registrato brani del repertorio jazz e molti brani originali. Il loro ultimo album è dedicato ai Beatles, con arrangiamenti jazz di alcune loro canzoni. Dal 2006 collabora con la JW Orchestra diretta dal sassofonista Marco Gotti, il vulcanico musicista che ha portato la big band a realizzare numerosi repertori all’avanguardia. Francesco Chebat è pianista e compositore del progetto Saddex, di cui recentemente è uscito il CD omonimo, insieme ad Alessandro Bottacchiari alla tromba e Maxx Furian alla batteria.
RECENSIONI
“…quello che colpisce di più è la semplicità e l’eleganza di Francesco Chebat: e questo fa della sua musica un lavoro di estremo interesse.”
Luca Labrini – Jazzitalia.net
“Francesco Chebat: essenziale, raffinato, mai casuale… mostra un’intensa distinzione interpretativa e un bel gioco evoluto, intelligente, multiforme, ricco di fantasiose intuizioni ritmiche e di virtuosismo, assecondato da un’ariosa ricercatezza armonica.”
Bruno Schiozzi – Musica Jazz
GIULIO CORINI (contrabbasso), diplomato nel 2001 con il massimo dei voti e lode presso il CPM sotto la guida di Dino D'Autorio e Attilio Zanchi, si specializza successivamente in contrabbasso e improvvisazione con Franco Testa, Giovanni Maier, Paolino Dalla Porta, Furio Di Castri, Piero Leveratto, Scott Colley, Drew Gress e Ben Allison. Dal 2003 al 2008 partecipa ai "Laboratori permanenti di ricerca musicale" diretti da Stefano Battaglia presso la Fondazione Siena Jazz. Nel 2009 vince la borsa di studio per rappresentare l'Italia al 20° meeting internazionale I.A.S.J. (International Association of Schools of Jazz) diretto da Dave Liebman presso The Hague/l'Aia (Olanda).
Tra i più interessanti improvvisatori della sua generazione, Giulio Corini collabora da anni con grandi nomi del jazz internazionale: da Enrico Rava a John Abercrombie, da Francesco Bearzatti a Stefano Battaglia, Ralph Alessi, Jim Snidero, Sandro Gibellini, Tino Tracanna, Bebo Ferra, Giovanni Falzone, Garrison Fewell, Javier Girotto ecc. Dal 2005 dirige il progetto di ricerca musicale Libero Motu con il quale ha pubblicato "Libero Motu" (2007), "Off-Site Meetings" (2009) e "Future Revival" (2015). È stato selezionato per il progetto "Take Off", produzione originale della Fondazione Teatro Grande di Brescia per l’esecuzione di partiture appositamente composte dal M° Mauro Montalbetti. Nelle varie residenze artistiche presso il Teatro Grande l'ensemble ha ospitato la compositrice e sassofonista estone Maria Faust, la cantante Gaia Mattiuzzi, il compositore di musica elettronica Økapi e la cantautrice statunitense Julia Holter. È stato invitato alla prima edizione di "Tutto questo sentire - international encounters on matters of sound", residenza artistica che ha coinvolto alcune eccellenze provenienti da tutto il mondo nei campi del jazz, della musica elettronica, della perfomance multimediale e della nuova classica. Il quartetto Double Cut, di cui è cofondatore insieme a Tino Tracanna, Massimiliano Milesi e Filippo Sala, si è classificato secondo nella categoria “Gruppo dell’anno 2018” nel referendum della critica italiana indetto dal mensile “Musica Jazz” ed ha svolto una tournée in Africa. Insieme a Simona Severini e Daniele Richiedei è membro di "Fedra", ensemble che propone una reinterpretazione di musica antica con il quale si è esibito in varie manifestazioni, tra cui la rassegna "I Concerti della Cappella Paolina" presso il Palazzo del Quirinale e la stagione musicale dell’Istituto Italiano di Cultura C.M. Lerici di Stoccolma. In occasione di “Bergamo Brescia capitale della cultura 2023” è stato coinvolto dalla Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo nella "Panorchestra", orchestra di dieci elementi guidati da Tino Tracanna con ospiti Jonathan Finlayson e Steven Bernstein. Con diverse formazioni dirette da Mauro Ottolini (“Ottovolante”, “Nada Mas Fuerte”, “Sea Shells”, "Sousaphonix") ha partecipato a varie edizioni di Umbria Jazz e dei principali festival jazz italiani e ha accompagnato vari cantanti e cantautori tra cui Morgan, Vittorio De Scalzi, Gigi D'Alessio, Riccardo Fogli, Renzo Rubino, Francesco Baccini. La sua discografia comprende più di 60 titoli editi da El Gallo Rojo Records, Auand Records, CAM Records, Parco della Musica Records, Sony Classical, Abeat, Ritmo&Blue Records, Caligola Records ecc.
MAXX FURIAN (batteria) nasce a Milano l’8 novembre 1966. Il suo primo approccio con la batteria avviene all’età di 10 anni quando inizia a studiare con il famoso didatta Enrico Lucchini. Fedele alla tradizione jazz, sviluppa vari percorsi che lo portano a diventare batterista fusion di grande spessore, sviluppando nel contempo una forte identità musicale che egli stesso definisce "Batterista dal Groove Liquido”. Nel 1993 Maxx si sposta a Los Angeles per studiare con Chad Wakerman. Questa esperienza si rivelerà fondamentale per la sua ispirazione artistica. Si specializza, inoltre, nei groove R&B, jazz e funk. Nel marzo del 2002 ha partecipato al Memorial Tribute a Jeff Porcaro a Koblenz, in Germania.
In campo jazzistico ha collaborato e collabora tuttora con artisti del calibro di Randy Brecker, Antonio Faraò, Mike Mainieri, David Garfield, Mario Rusca, Riccardo Fioravanti, Paolo Birro, Federico Malaman, Alberto Bonacasa, Stefano Senni, Ada Rovatti, Jeff Berlin, Stefano Cerri, Marco Micheli, Paolo Fresu, Janek Gwizdala, Bob Mintzer, Othello Molineaux, Mauro Negri, Mattia Cigalini, Marco Ricci, Tullio Ricci, Alberto Tafuri, Micheal Blake, Marco Micheli, Perico Sambeat, Mark Nightingale, Emanuele Cisi, Aldo Mella, Andrea Dulbecco, Enrico Rava, Furio Di Castri, Horacio “el negro” Hernandez, Mike Stern, Flavio Boltro, Sonny Taylor, Laura Fedele, Massimo Moriconi, Marco Bianchi, Gigi Ciffarelli, Christian Galvez, Bebo Ferra e molti altri.
Nel 1992 fonda il jazz trio “New Trio One” insieme a Marco Bianchi, con cui partecipa a veri festival in Europa, registra tre Album e ha in preparazione un quarto cd. Un’altra spettacolare formazione con cui suona è “La Drummeria”, una ensemble di 5 batteristi di alto livello che suonano senza l’accompagnamento di altri strumenti. Fonda nel 2010 una formazione “Timelin3” con Federico Malaman , Alberto Bonacasa e Marco Scipione, con cui realizza due album.
Tra i suoi progetti più recenti, si annoverano: Andrea Dulbecco Trio (con Michele Tacchi), The Thieves (con Tullio Ricci, Marco, Ricci, Roberto Tafuri), Liquid Places (con Mauro Negri, Paolo Birro, Stefano Senni), Nick the Nightfly Big Band, Tlife (con Lorenzo Feliciati, Francesco Chebat, Luca Meneghello), Saddex (con Alessandro Bottacchiari, Francesco Chebat, Yuri Goloubev),
Master class: Drummers Collective NY, MI Los Angeles,
In ambito Pop ha collaborato con Laura Pausini, Nek, 883, Max Pezzali, Franco Battiato, Patty Pravo,Dj Francesco,Suor Cristina, Enzo Jannacci, Rossana Casale, Paola e Chiara, Luka Jurman, Fabio Concato e Ornella Vanoni.
COMUNICATO STAMPA
Pubblicato dall’etichetta indipendente Clessidra Records, Amelia è il nuovo album firmato Martha J. & Chebat Quartet Featuring Giulio Corini and Maxx Furian, presente sulle più importanti piattaforme digitali da venerdì 16 febbraio 2024 e anche in copia fisica.
Questa brillante formazione è costituita da Martha J. alla voce, Francesco Chebat al pianoforte, Giulio Corini al contrabbasso e Maxx Furian alla batteria, due sideman di assoluto livello fra i più richiesti nel panorama jazzistico attuale.
La tracklist si forma di undici brani, arrangiati da Francesco Chebat e autografati da Joni Mitchell (ad esclusione di A Chair in the Sky e Sweet Sucker Dance in cui il testo è della Mitchell, ma la musica è di Charles Mingus), eccezionale cantautrice canadese alla quale Martha J. e Francesco Chebat rendono affettuosamente omaggio nell’anno in cui la musicista nordamericana compie ottant’anni.
Amelia rappresenta una sorta di atto d’amore in chiave jazz dedicato a questa artista, in cui il senso dello swing, il groove e il feeling del quartetto sono il leitmotiv dell’intero album. Il tutto impreziosito da suadenti venature funk, soul, da sonorità moderne che strizzano l’occhio al contemporary jazz e dallo spirito soulful che caratterizza i quattro protagonisti del CD.
Martha J. e Francesco Chebat descrivono così la genesi e il mood di Amelia: «La musica di Joni Mitchell mi ha accompagnato fin dall’adolescenza plasmando il mio percorso musicale», racconta Martha J. «L’album contiene undici canzoni di Joni Mitchell rivisitate secondo la nostra visione personale, ma rispettando il materiale originale. Il filo conduttore di questo lavoro è l’esplorazione dell’anima più incisiva e vibrante della sua produzione dall’album Court and Spark in avanti, quella che ha coinvolto figure quali Jaco Pastorius, Herbie Hancock, Peter Erskine, Wayne Shorter», spiegano la cantante e il pianista. «Abbiamo cercato di catturare la sostanza più terrena di Joni Mitchell, riflettendo questa ispirazione nei nostri arrangiamenti jazz contemporanei. La scelta dei brani è stata guidata dalla volontà di reinterpretare quelli meno frequentemente affrontati, offrendo una prospettiva nuova e appassionante. Questo progetto è un omaggio realizzato in occasione degli ottant’anni di questa straordinaria artista che ha influenzato generazioni di cantanti e musicisti ».
Stefano Dentice